domenica 24 marzo 2013


Testo argomentativo

ARGOMENTO: L’amore sacro e l’amore profano.

L’amore può essere di due tipologie: amore sacro e amore profano. Questi sono molto differenti tra loro e per capire al meglio le caratteristiche che li distinguono è necessario rifarsi alla letteratura, in maniera particolare quella del Duecento italiano, in cui l’amore era il tema principale. Ma andiamo con ordine. In questo periodo a Firenze, che è all’avanguardia nello sviluppo economico, sociale, politico e culturale e sta diventando uno dei principali centri di cultura della penisola, nasce una nuova tendenza poetica, il “dolce stil novo”. I principali esponenti di questa nuova corrente letteraria sono i fiorentini Dante Alighieri, Guido Cavalcanti, Dino Frescobaldi e Cino de’ Sigibuldi. Questi hanno una forte e spiccata personalità e costituiscono una cerchia di spiriti eletti, orgogliosi della propria “altezza d’ingegno” che esclude i ceti inferiori; al centro dei loro componimenti vi è un amore impossibile, spirituale, divino: l’amore sacro. Esso è definito in questo modo perché gli stilnovisti amano una donna spiritualizzata, considerata come un angelo sulla terra, dispensatrice di salvezza. Questa, con il suo salvifico saluto, porta felicità al poeta innamorato. Inoltre, nello Stilnovo, l’attenzione si concentra sull’interiorità dell’amante e, quindi, gli effetti che l’amore produce su di esso. Questo fatto può essere ricollegato alle poesie dello stesso stilnovista Guido Cavalcanti, che trattava dell’amore come qualcosa che provoca sofferenza, dolore e disperazione. Con Dante Alighieri, sicuramente il più importante fra tutti gli stilnovisti, si può comprendere al meglio l’esempio di “amor sacro” attraverso la sua opera (successiva al suo distacco dagli ideali stilnovisti), composta tra il 1293 e il 1295:  è la Vita Nuova, in cui celebra e loda con le sue dolci e raffinate rime la donna di cui si innamorò perdutamente a soli nove anni, Beatrice. L’opera, che rappresenta la raccolta delle rime più significative scritte in precedenza, è suddivisa in tre parti: nella prima si tratta degli effetti che l’amore produce sull’amante, nella seconda la lode verso la donna e nella terza la morte della “gentilissima”; a queste tre parti corrispondono tre stadi dell’amore: il primo si rifà agli ideali cortesi in cui l’innamorato spera in una ricompensa per il suo amore da parte della donna, ovvero il saluto; il secondo è un amore fine a sé stesso, perché l’uomo non ama più la donna per averne qualcosa in cambio ma esclusivamente per lodarla e contemplarla; il terzo, infine, rappresenta sicuramente lo stadio più significativo, che rispecchia perfettamente l’amore sacro: l’amore mistico. In esso l’amore per la donna innalza l’anima sino alla contemplazione verso Dio; infatti Dante, dopo la morte di Beatrice, ha ceduto alla tentazione di altre donne, ma una visione di Beatrice gli fa tornare in mente i pensieri di questa e un’ ”intelligenza nova” occupa la sua anima, che solo in questo modo potrà raggiungere l’Empireo, il divino, la tanto sperata beatificazione nei cieli al cospetto dell’Altissimo. Queste, quindi, le caratteristiche dell’amore sacro. Per quanto riguarda invece l’amore profano, è necessario tornare indietro di qualche anno rispetto allo Stilnovo e soffermarsi nella corte siciliana di Federico II, dove i poeti attivi presso quest’ultima utilizzano il loro idioma locale, seppur depurato e nobilitato, creando la prima poesia d’arte in volgare italiano. Nasce così la scuola siciliana, che riprende i procedimenti stilistici e le forme metriche dei modelli provenzali, concentrandosi esclusivamente sulla tematica amorosa, trattata secondo i canoni dell’ideale cortese. Nella poesia siciliana ricorrono, quindi, i temi tipici dell’amore cortese: l’omaggio feudale alla donna, cantata come depositaria di ogni virtù e di ogni pregio di fronte alla quale l’amante si professa umile servitore; la donna viene lodata per le sue doti fisiche e spirituali, per la sua superiorità sulle altre donne e per la sua bellezza, paragonata agli astri, ai fiori, alle pietre preziose. Inoltre, il poeta spera di ottenere una ricompensa in cambio del cosidetto “servitium amoris”, non rivela l’identità del proprio amore per timore dei malparlieri (“donna dello schermo”), prova dolore e sofferenza per le gioie d’amore andate perdute. I poeti siciliani più noti sono Pier della Vigna, Guido delle Colonne e Jacopo da Lentini, senza dubbio il maggiore esponente della scuola siciliana, inventore della forma metrica del sonetto. Uno dei più importanti da lui composto è “Amore è uno desio”, in cui tratta della fenomenologia dell’amore, cioè i modi del suo nascere e manifestarsi: Jacopo da Lentini afferma che la passione amorosa è generata dalla vista della bellezza femminile, il cuore è il luogo da cui si sprigiona il sentimento amoroso e gli occhi sono quelli che lo trasmettono. Dunque, tutte queste caratteristiche e quelle della scuola siciliana in generale contribuiscono a dare un’idea dell’amore profano che, in questo caso, a differenza dell’ideale stilnovista, rappresenta appunto un amore terreno, in cui la donna è paragonata alle bellezze della natura, quindi pur sempre terrene, come i fiori e le pietre preziose; si rifà cioè agli ideali dell’amore cortese e, come tale, è anche un amore adultero, che si svolge rigorosamente al di fuori del vincolo coniugale. L’amore è quindi una passione esclusiva ed esaltante ed è per questo motivo che nasce un conflitto tra amore e religione, tra culto per la donna e culto per Dio. È normale, dunque, che di fronte a questa realtà la Chiesa condanni l’amore cortese come fonte di peccato e perdizione, perché per la Chiesa l’amore profano proprio è questo, un amore carnale, lussurioso, passionale, gravido di peccato. L’amore sacro e l’amore profano sono, quindi, da sempre stati protagonisti della letteratura, oggetto di discussione filosofica, ma anche fonte d’ispirazione per scrittori, musicisti e artisti di tutti i tempi. Gli esempi a riguardo si dilungano sino all’infinito; tanto per citarne uno in campo musicale, il grande cantautore italiano Fabrizio de Andrè con la sua “Bocca di rosa”. Vorrei, però, analizzare un esempio di interpretazione dell’amore sacro e dell’amore profano, secondo me di straordinaria efficacia, nell’arte: “Amor sacro e Amor profano” di Tiziano. Il dipinto, conservato a Roma nella Galleria Borghese e risalente al 1515 circa, rappresenta due splendide ragazze, una vestita e l’altra seminuda, tanto simili da sembrare gemelle. Queste, sedute su un sarcofago aperto (che è anche una fonte d’acqua), alludono alla coincidenza tra “castità (pudicitia) e sessualità (voluptas)” intimamente radicata nel matrimonio e celebrata da un giovane Tiziano anche attraverso le figure di Cupido che mescola le acque della fontana. Il tema centrale del quadro è la celebrazione dell’amore: profano, rappresentato dalla donna vestita, e sacro, rappresentato dalla donna seminuda. Bellezza e piacere si fondono, dunque, in uno splendido e incantevole dipinto, con un suggestivo sfondo in cui si intravede una città, dei cavalieri a caccia e dei pastori. Per concludere, al giorno d’oggi non esiste in realtà una vera e propria distinzione tra amore sacro e amore profano, o meglio, tra noi non ci si sofferma a “condannare” al patibolo una persona perché “pecca di lussuria”, come si direbbe invece nel Medioevo. La Chiesa moderna forse è ancora, come ai vecchi tempi, l’unica a polemizzare sull’ amore carnale prima del matrimonio, i rapporti omosessuali e quant’altro di simile, come d’altronde è giusto che sia, in quanto essa, come ho già detto, privilegia l’amore verso Dio. Una cosa è certa: il nostro è prevalentemente un amore profano: riusciremo a purificare la nostra anima dalla tentazione della lussuria senza sprofondare nella cerchia dei lussuriosi, che Dante visitò con il suo viaggio ultraterreno nell’Inferno?

sabato 23 marzo 2013

PROPONGO A GIULIA SIMBULA, MELISSA E SOPRATTUTTO MARGHERITA DI PUBBLICARE SUL BLOG I LORO ELABORATI, COME ESEMPIO POSITIVO DA ANALIZZARE E SEGUIRE. DI QUESTI TEMI VOGLIO IL CARTACEO, IN MODO DA POTER FARE LE COPIE PER TUTTI E LAVORARCI IN CLASSE IN FORMA LABORATORIALE.
ASPETTO NOTIZIE!
Ciao ragazzi, mi fa piacere che vi siate impegnati nella realizzazione dei temi argomentativi. In realtà, il solito Samuel (tanto per fare un nome a caso) non mi ha inviato nessun elaborato!
Ho commentato ogni tema e ho apportato le mie correzioni, evidenziandole in rosso. Piuttosto che postare i temi sul blog, sarebbe meglio che ognuno di voi mi inviasse direttamente tramite mail il suo lavoro e che, così, il dialogo sia più diretto e immediato. Propongo che sul blog vengano pubblicati da me solo i  lavori che ritengo più significativi, sia in positivo sia in negativo.
Per quanto riguarda le mappe, sforzatevi di imparare a usare cmap: è utilissimo e molto efficace.
BUON LAVORO E COMPLIMENTI PER L'IMPEGNO!
CONTINUATE COSI'

mercoledì 6 marzo 2013

Ciao ragazzi,
spero che stiate bene. So che avete già conosciuto la mia supplente e avete fatto un'ottima impressione.
Inoltre, avete ricevuto il pubblico encomio da parte del Dirigente per il lavoro che avete svolto in occasione dell'accoglienza dei ragazzi delle medie. BRAVISSIMI!!!!!!
Mi mancano alcuni temi argomentativi.
Melissa, il tuo non riesco a leggerlo. Puoi postarlo all'indirizzo rossacorona@gmail.com?
Un abbraccio a tutti

giovedì 28 febbraio 2013

Tema argomentativo Carlo

TEMA ARGOMENTATIVO
ARGOMENTO: L'AMORE SACRO E L'AMORE PROFANO



L'amore è quel sentimento che unisce delle persone che provano questo stato d'animo. L'amore, sin dal Medioevo viene convenzionalmente diviso in sacro e profano. In cosa consistono queste diverse concezioni dell'amore? L'amore profano è un amore naturale, sensuale, è un amore che da e provoca piaceri, sopratutto a livello fisico. L'amore profano si trova spesso in contrapposizione con l'amore sacro, ovvero l'amore verso Dio, un'amore profondo a livello spirituale.


Tiziano Vecellio, attorno al 1515 ha dipinto su una tela un quadro chiamato "Amor sacro Amor profano", destinato ad essere un regalo di Nozze. In questo quadro sono rappresentate due donne, una vestita e una seminuda, appoggiate su un sarcofago aperto, dove un putto (probabilmente Cupido) muove l'acqua presente nel sarcofago. Il sarcofago è anche una fonte, come dimostra il rubinetto da cui esce acqua, in cui si trovano bassorilievi. Le due donne, dalla fisionomia simile, tengono in mano oggetti differenti e incrociano gli sguardi tra di loro e con lo spettatore. Questo quadro dimostra perfettamente il senso dell'amore sacro e profano:
L'amore sacro è l'amore divino, quello puro, sacro e rivolto a Dio. Nel dipinto di Tiziano Vecellio, l'amore sacro è rappresentato dalla donna seminuda presente alla destra dello spettatore: l'amore puro è senza peccato, ecco perché il corpo è nudo. L'amore sacro è l'amore perfetto, come quello di Adamo ed Eva prima del peccato originale;
L'amore profano è quell'amore che provoca piacere solo a livello fisico, pieno di sentimenti che possono portare persino alla Lussuria, all'odio, alla gelosia. E' un amore irrazionale e più basso. E' l'amore fatto di sentimenti che si provano solo con i sensi che vengono appagati con il sesso, l'amore carnale e in alcuni casi è considerato immorale. La figura a sinistra è vestita; infatti la donna non rappresenta più la purezza di Adamo ed Eva, ma rappresenta l'umanità con il peccato originale, infatti la donna ha una leggera scollatura per provocare al peccato, ma rimane comunque vestita in quanto si vergognerebbe della propria nudità. Ha un vestito molto appariscente e ricco di pizzi, simbolo di ricchezza e sfarzo. Un'altra simbologia può essere il rilievo sulla vasca: infatti in esso sono rappresentate scene di lotta, cosa impensabile prima del peccato originale, ma davanti è presente una pianta, come se la natura, frutto della creazione divina, volesse preservare lo spettatore da quello spettacolo, infatti, impedisce la totale comprensione del rilievo, rendendolo confuso. Il putto in mezzo al dipinto muove l'acqua: come il putto crea il movimento, produce una sorta di mulino, come l'amore peccaminoso smuove e turba l'animo dell'uomo.


L'amore sacro e l'amore profano sono comunque dei concetti opposti tra loro, e vengono tutt'ora usati e abusati per esprimere i contrari e la morale spesso religiosa. L'amore sacro può essere paragonato alla purezza, mentre l'amore profano alla passione carnale, ovvero nel concepire l'amore come un atto puramente carnale per provare certe emozioni a livello fisico. 
Testo argomentativo Giulia Simbula

Testo argomentativo Francesca

Argomento: l’amore sacro e l’amor profano.

Già nel Medioevo, diversi poeti hanno scelto di descrivere nelle proprie poesie due tipologie di amore: l’amore sacro e l’amore profano. Si ebbe infatti nel ‘200 una corrente poetica chiamata “amor cortese” , in cui la donna era vista dall’amante come un essere sublime e irraggiungibile, in certi casi addirittura divino, tale da produrre effetti miracolosi e da essere degno di venerazione e di culto. Questo non è però un amore spirituale e platonico, anzi, esso presenta spesso accese note sensuali. Quest’amore profano non viene ben visto dalla Chiesa; nasce così un conflitto tra amore e religione, tra culto per la donna e culto per Dio.

Al contrario, negli ultimi decenni dello stesso secolo si sviluppò con lo Stil Novo una nuova concezione dell’amore, che può essere definito sacro in quanto la donna viene esaltata come figura angelica e dispensatrice di salvezza. Essendo tale, è vista come messaggero di Dio. Amarla e obbedirla è come amare  e obbedire Dio stesso.

Tra vari poeti, Dante Alighieri ci fornisce degli esempi sia dell’amore sacro che dell’amore profano. Nella Vita Nuova infatti, nel terzo stadio dell’amore, quest’ultimo viene definito “mistico”, ossia che riguarda la religione, la fede, l’astrazione dalla realtà sensibile e l’elevazione dell’animo. L’amore per la donna è qui intermediario tra Dio e l’uomo.
Nella Divina Commedia invece, nel V canto dell’inferno egli incontra una coppia di amanti. Si tratta di Paolo e Francesca, uccisi da Gianciotto per il tradimento subito per mezzo di sua moglie (Francesca) e suo fratello (Paolo). La passione che unì i due non aveva in sè nulla di depravato: solo le circostanze, dell’essere essi già uniti in matrimonio con altri, e soprattutto l’essersi abbandonati a essa, li resero colpevoli. L’amore passionale, carnale e adultero dei due amanti è appunto un amore profano.

Più vicino ai giorni nostri, anche la musica ha affrontato il tema di amore sacro e amore profano. Ne è un esempio eclatante la canzone del cantautore Fabrizio De André “Bocca di Rosa”. De André canta qui l’amore offerto in vendita (profano) e l’amore delle mogli tradite (sacro, perchè esse sono state unite ai rispettivi mariti per mezzo del sacramento del matrimonio). Il finale della canzone fu inizialmente ritenuto scandaloso, poichè avvicina la figura di Bocca di Rosa (amore profano) a quella della Vergine (amore sacro).

Testo argomentativo Laura

https://docs.google.com/file/d/0B9YonwlXSpw_RWZkRDVfN3diR2c/edit
Testo argomentativo Roberta.

Argomento: l'amore sacro e l'amor profano.

Con il progredire della società e della cultura, già nel Medioevo, si sviluppano due tipologie dell'amore totalmente differenti fra loro: l'amore sacro e l'amor profano.
Nel primo caso si parla di un sentimento che non trova soddisfazione nella carne. Al contrario, è puro, con un grande valore morale ma è soprattutto legato a Dio.
Nell'altro caso si parla invece del sentimento che si esalta nella fisicità. E' passionale, carnale e fortemente condannato dalla Chiesa come fonte di perdizione e di peccato.
L'amore sacro è il tema principale dello Stilnovo, nato a Firenze a fine Duecento.
Il sentimento è definito in questo modo perchè l'amante non ama più la donna per ottenere qualcosa in cambio, ma diviene fine a sé stesso.
L'appagamento consiste solo nel contemplare e nel lodare la donna che nel frattempo è diventata un angelo, intermediaria tra Dio e l'uomo.
In questo caso, si parla anche di amore mistico che innalza l'animo sino alla contemplazione del cielo. Il sentimento qui descritto si innalza a un livello ben superiore a quello dei trovatori della lirica cortese. Non è più una passione terrena e non si limita a ingentilire l'uomo: è la forza che muove tutto l'universo e che porta le creature sino al ricongiungimento con Dio.
Due dei principali sostenitori dell'amore sacro sono i poeti Guido Cavalcanti e Dante Alighieri.
Il primo, nonostante considerasse l'amore come una forza devastante, in molti dei suoi sonetti e in particolare in "Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira" assimila la donna a Dio, l'essere infinito e assoluto, di cui non è possibile per l'uomo avere conoscenza totale.
Cavalcanti, inoltre, conferisce alla figura femminile le caratteristiche della divinità.
Per quanto riguarda Dante, egli definisce Beatrice, la donna amata, in un modo straordinario, come colui venuta dal cielo per compiere dei miracoli.
Inizialmente, egli l'amò secondo i canoni dell'amor cortese, cantando la dolcezza del suo sguardo, la grazia e la modestia dei suoi gesti. 
Presto, tuttavia, quell'amore acquisisce un significato diverso, più profondo, libero da ogni legame con la realtà terrena.
Dante non nutre angoscia sulle sorti della sua amata, sapendo bene che per la sua bontà, per la sua pietà e per il suo impeccabile comportamento si è guadagnata un posto in Paradiso, dove cerca di aiutare il poeta quando si trova perduto nella selva oscura.
L'amore profano è invece presente nella letteratura cortese e appare per la prima volta nel XII secolo con la poesia dei trovatori provenzali.
La donna, qui, è vista dall'amante come un essere sublime e irragiungibile. L'uomo, pertanto, si pone in un atteggiamento di inferorità al suo cospetto.
Nella sua totale devozione, l'amante non chiede nulla in cambio delle sue azioni. L'amore è inappagato, ma non si tratta di un sentimento platonico e spirituale, anzi, presenta delle note sensuali.
Si tratta di un amore adultero, che si svolge rigorosamente al di fuori del vincolo del matrimonio. E' una passione esclusiva, totale, esaltante, difronte a cui tutto si svaluta tant'è che si parla di "culto della donna" e di "religione dell'amore". In questo modo nasce un conflitto tra amore e religione, tra culto della donna e culto per Dio.
La Chiesa condanna l'amore cortese, e quindi profano come fonte di perdizione e di peccato perchè allontana l'uomo dalla fede e quindi dalla divinità.

Testo argomentativo Dorotea


Argomento: l’amore sacro e l’amor profano.

La parola “amore” ha tantissime forme e significati. Lorme e significati. ’amore è un sentimento molto forte che si prova nei confronti di qualcuno e che riesce a unire due persone. In certi casi è considerato il sentimento più bello, in altri il più brutto perché ci mette in dubbio come persone, ci fa sentire inutili e di conseguenza ci porta alla sofferenza e al pentimento per aver amato qualcuno. Fin da sempre si è parlato di amore attraverso le poesie e le opere, noti esempi sono l’amore tra Paolo e Francesca nel V canto dell’Inferno e tra Beatrice e Dante, narrato da quest’ultimo nelle poesie più significative all’interno della Vita Nuova. Tutt’ora l’amore e i sentimenti si esprimono attraverso la musica, l’arte e la recitazione. L’amore si distingue in “amor sacro” e “amor profano”. L’amore sacro è quello divino, ossia rivolto a Dio ed impone il rispetto delle regole religiose. Nello Stil Novo l’amore ha un’altissima forma di spiritualità che si esprime anche solo con la visione della donna, considerata una creatura rara, un angelo dotato di numerose qualità, che diveniva il tramite tra Dio e l’uomo. Una simile concezione è quella dell’amore mistico, il terzo stadio dell’amore nella Vita Nuova, che interpreta questo sentimento per la donna come una forza che innalza l’animo per ricongiungersi con Dio. In questo caso il poeta più significativo che rispecchia il concetto di amore sacro è Guido Cavalcanti con il sonetto “Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira”. Il tema principale è quello della lode alla donna, il poeta è privo di strumenti per descriverla, ecco il motivo per il quale essa diventa una creatura miracolosa e viene paragona alla Vergine Maria. L’uomo è attonito, non riesce a parlare ed esprime ciò che la donna gli suscita attraverso un sospiro. Essa viene paragonata a Dio perché è l’essere infinito e assoluto e l’uomo non ha una mentalità tale da poter descrivere la donna. L’amore profano si oppone all’amore sacro, è un amore umano e terreno considerato dalla chiesa fonte di peccato. Nella lirica cortese  la donna veniva vista come fonte di cortesia perché ingentiliva gli animi di coloro che fossero in contatto con essa. L’amore cortese fissa alcuni aspetti: l’uomo si pone a un livello di inferiorità rispetto alla donna amata, presentandosi come suo umile servitore; l’amore è inappagato in quanto l’uomo non chiede nulla in cambio dell’amore della donna; l’amore è adultero ossia visto solamente come un contratto. Anche Dante nel V canto dell’Inferno fa riferimento all’amore profano, egli racconta infatti la storia di Paolo e Francesca, due cognati che in preda alla passione tradiscono il marito di lei, che gli uccide. 

lunedì 25 febbraio 2013

Ciao ragazzi, finalmente abbiamo creato il blog della nostra classe. Esso ci servirà per tenerci sempre in contatto, per creare e pubblicare i lavori, per scambiarci informazioni, consigli, aiuto.
BUON LAVORO!